mercoledì 27 aprile 2011

Il Peperoncino


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Il peperoncino – al pari del pepe – è molto noto e usato in mille modi in cucina. Fu portato in Europa dagli esploratori spagnoli che tornavano dall’America del Sud e ora è coltivato in tutto il mondo. Stando agli studiosi il peperoncino era coltivato e usato in America centrale e meridionale già novemila anni fa. 


Al peperoncino si riconoscono moltissime proprietà: alcune sono effettivamente reali, altre frutto di leggende metropolitane. Quello che è certo è che in cucina il peperoncino è un must in diversi piatti ed esalta il sapore dei cibi. In Italia le cucine regionali che ne fanno più uso sono quella abruzzese, calabrese, campana, lucana e pugliese.Come usare in pratica il peperoncino? Consiglia Allan Bay nella Garzantina della cucina:

Il peperoncino si utilizza così com’è. Va sempre aggiunto all’ultimo momento, dopo essere stato sbriciolato fra le dita o pestato in un piccolo mortaio. Al primo assaggio il peperoncino produce in bocca un forte bruciore che non tutti gradiscono. Per alleviare la sensazione di “fuoco”, si può assumere un po’ di pane, latte, olio o alcol, perché queste sostanze sciolgono il principio piccante. Una volta che ci si è abituati, si comincia a percepire un gusto diverso, che può essere fruttato, fresco, dolce, floreale, di terra o di fumo.












fonte post | gustoblog.it

venerdì 22 aprile 2011

Sol D' oro...



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Nell’ambito della 17a edizione del Sol, il Salone Internazionale dell’olio extravergine di oliva, si è svolta la 9a edizione del Sol d’Oro, concorso internazionale per l’olio di qualità.
Quest’anno al concorso hanno partecipato 217 produttori provenienti da 17 regioni italiane e da Spagna, Cile, Slovenia, Croazia e Portogallo. La giuria era presieduta da Marino Giorgetti, responsabile tecnico del concorso, coadiuvato da tredici esperti internazionali.

Per le tre categorie (olio con fruttato leggero, olio con fruttato medio e olio con fruttato intenso), sono stati assegnati il Sol d’Oro, il Sol d’Argento e il Sol di Bronzo. Inoltre, ai primi venti classificati di ogni categoria (con una valutazione minima di 70/90) è stato rilasciato un diploma di Gran Menzione.

Tutte e 9 le medaglie assegnate sono state conquistate da aziende italiane, e precisamente:

Per la categoria fruttato leggero:

Sol d’Oro: Azienda Agricola Luigi Guadalupi di Brindisi, Puglia;
Sol d’Argento: Azienda Agricola Tenuta Piscoianni di Sonnino (Latina), Lazio;
Sol di Bronzo: Azienda Agricola Alfredo Cetrone di Sonnino (Latina), Lazio.

Per la categoria fruttato medio:
Sol d’Oro – Azienda Agricola Laura De Perri, di Canino (Viterbo), Lazio;
Sol d’Argento – Azienda Agricola Paola Orsini di Priverno (Latina), Lazio;
Sol di Bronzo – Azienda Agrobiologica Rosso di Ragusa, Sicilia.

Per la categoria fruttato intenso:
Sol d’Oro – Azienda Agricola Villa Zottopera di Ragusa, Sicilia;
Sol d’Argento – Az. Agr. Pasquale Librandi di Vaccarizzo Albanese (Cosenza), Calabria;
Sol di Bronzo – Azienda Agricola De Carlo di Bitritto (Bari), Puglia.

fonte post | cucinaevini.it

giovedì 21 aprile 2011

Noma, Copenaghen il miglior ristorante al mondo



l ristorante danese dello chef Renè Redzepi, si è piazzato per il secondo anno consecutivo in testa alla classifica 50 World's Best Restaurants. Il ristorante Noma, acronimo di Nordisk Mad, un cibo nordico, si trova in un magazzino portuale del Settecento a Copenhagen e i suoi soli 12 tavoli sono un punto di riferimento imprescindibile per la nuova cucina nordica.

Ancora al primo posto in questa edizione è il Noma del danese Renè Redzepi che mantiene le aspettative e convince gli 840 giurati che ogni anno in tutto il mondo danno indicazioni sui ristoranti che preferiscono, nel più grande sondaggio dell’enogastronomia internazionale.

venerdì 8 aprile 2011

Prosciutto di Parma


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Il Prosciutto di Parma è il prodotto tipico delle Terre matildiche che si estendono tra la via Emilia e il letto del fiumeEnza. 
È celebre in tutto il mondo e si contraddistingue oltre per le peculiarità nutrizionali anche per la "corona", il marchio che viene impresso a fuoco solo sull'originale, di origine celtica Padana.

John B. Dancer scrive che quando Annibale nel 217 a.C. entrò in Parma e fu accolto come liberatore, gli abitanti per festeggiare gli offrirono delle cosce di maiale conservate sotto sale dentro dei barili di legno che lui apprezzò moltissimo. 

Lo sviluppo di questa tradizione fu senz'altro influenzato dalla presenza nella zona di Parma di sorgenti saline come ad esempio quelle di Salsomaggiore.

Per proteggere la qualità di questo crudo, gli stessi produttori nel 1963 hanno costituito il Consorzio del prosciutto di Parma, che, d’allora, vigila sulla lavorazione e sulla scelta della materia prima. Inoltre, la Comunità Europea ha conferito nel 1996 al prosciutto italiano più famoso il riconoscimento Denominazione di Origine Protetta (DOP).

Oggi la legislazione riconosce a diversi prosciutti il marchio di "prodotti tipici" (D.O.P. o I.G.P.) della Comunità Europea. Il marchio necessita la registrazione di disciplinari di produzione e il rispetto degli stessi da parte di chiunque intenda avvalersene. Nel territorio Parmense in dialetto locale il termine "prosciutto" si dice "pàr-sùt", cioè "sembra asciutto", a causa della stagionature della carne che, oltre ad arricchirsi di una percentuale di sale, perde molta acqua ed in questo modo la carne si asciuga, "pèra sùta", "sembra asciutta". Altra scuola di pensiero vuole che il nome venga dal latino Perex Suctum che significa "prosciugato", tale teoria viene avvalorata rispetto alla precedente dal fatto che il dialetto Parmigiano e con essa la parola "pàr-sùt" è senz'altro più giovane del prodotto "prosciutto". Inoltre quest'ultima teoria è stata adottata ufficialmente dal consorzio Prosciutto di Parma.


fonte post | wikipedia.it

martedì 5 aprile 2011

Tiramisù






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Riguardo le origini del tiramisù, sono state rintracciate diverse storie, alcune molto fantasiose, altre che sembrerebbero più attendibili. Sono diverse anche le regioni che si contendono la paternità sulle origini del tiramisù: Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana.
La storia più fantasiosa riguardante le origini del tiramisù narra di un pasticciere torinese che, in seguito ad una richiesta dell'allora primo ministro Camillo Benso Conte di Cavour, creò un dolce che sostennesse il goloso statista nella sua difficile opera di unificare il territorio italiano. Da qui il nome, appunto, di "tiramisù".

Altri racconti, meno fantasiosi, ma allo stesso modo difficilmente confutabili, sulle origini del tiramisù, le fanno risalire o al ristorante "El Toulà" di Treviso, oppure all'opera di alcuni pasticcieri senesi, verso la fine del 1600, in occasione della visita del Granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici.
Il dolce avrebbe dovuto rappresentare quelle che erano le caratteristiche del nobile: grandiosità e semplicità. Era importante che fosse sfarzoso e goloso proprio come il duca. Venne così realizzata quella che al tempo fu chiamata “zuppa del duca”. In seguito sembra che i cortigiani attribuirono al dolce proprietà eccitanti e afrodisiache così che da “zuppa del duca” divenne "tiramisù".



Oggi lo caratterizzano il gusto intenso e delicato, per prepararlo secondo la ricetta originale servono i seguenti ingredienti: biscotti savoiardi, uova, zucchero, caffè,mascarpone, cacao in polvere.

Nella ricetta originale non è previsto liquore, in quanto il dolce nella sua origine era destinato a tutti, sia ai bambini che agli anziani, la forma originale del dolce è rotonda anche se la forma dei savoiardi favorisce l'uso rettangolare o quadrata della teglia.

Nel tempo le persone hanno provato a cambiare la ricetta sostituendo alcuni ingredienti principalmente il caffè e sono nate varie varianti come: il tiramisù al cioccolato, ai frutti di bosco, al limone, alle fragole, all'ananas, allo yogurt, alla banana e al lampone.

La sua lenta introduzione nei laboratori di pasticceria e cucine è stata causata principalmente da 3 fattori:
Il costo del mascarpone
Il dover utilizzare uova a crudo con rischi di contaminazione batterica da salmonellosi
La conservazione limitata all'uso di frigoriferi e non con le ghiacciaie molto diffuse sino a fine anni 50.


fonte post |www.italiadonna.it, 

lunedì 4 aprile 2011

Ron Zacapa


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Il Ron Zacapa Centenario è un rum Guatemalteco prodotto dalla Licorera Zacapanenca S.A. di Zacapa e
venne prodotto per la prima volta nel 1976 per celebrare il centenario della fondazione della città di Zacapa in Guatemala.

Lo Zacapa Centenario è un rum agricolo: diversamente dai rum industriali (che utilizzano la melassa di canna da zucchero), è prodotto dalla fermentazione e distillazione del puro succo di canna detto miel virgen. 

È invecchiato secondo il sistema solera che prevede la miscelazione di rum con diverso grado di invecchiamento in più botti di rovere che precedentemente ospitavano bourbon, sherry e porto. 
Il Centenario è quindi costituito dalla miscela di rum sino a 25 anni di invecchiamento che avviene presso la cantina di Quetzaltenango a 2300 metri di altitudine.

Lo si può degustare nelle seguenti varianti:
Ron Zacapa centenario 15 - con gradazione alcolica del 40%, contiene rum invecchiati sino a 15 anni
Ron Zacapa centenario 23 - con gradazione alcolica del 40%, contiene rum invecchiati sino a 23 anni
Ron Zacapa centenario 23 Etiqueta Negra - edizione speciale prodotta in quantità limitata, con gradazione alcolica del 43%, contiene rum invecchiati sino a 23 anni
Ron Zacapa centenario XO - con gradazione alcolica del 40%, contiene rum invecchiati sino a 25 anni











fonte post | www.wikipedia.com